Il territorio del parco, prevalentemente collinare, si caratterizza per la presenza del Torrente Malmera, nel cui corso confluiscono alcune sorgenti, e da un tratto del Fiume Cherio. I rilievi interessano la dorsale collinare che dal Monte Santo Stefano confluisce verso il Monte del Castello e da qui al Colle Lucetto e San Giovanni delle Formiche. L’area protetta si estende anche su una parte della piana tra Zandobbio e la frazione Selva e su una porzione consistente dell’anfiteatro vallivo che si apre a sud-est di Carobbio degli Angeli, al disotto del Monte Santo Stefano.
In questo contesto assume particolare rilevanza la presenza di rocce calcaree e arenarie, come ad esempio la pietra di Credaro, che ha favorito l’apertura di vari ambiti di coltivazione funzionali all’estrazione di questa pietra ornamentale ampiamente utilizzata nell’edilizia, anche storica.
I versanti collinari in favorevoli condizioni di soleggiamento sono stati interessati da imponenti opere di terrazzamento, in parte realizzate con semplici scarpate a ripe erbose ma nella maggior parte dei casi impiegando conci di pietra di Credaro e altre rocce calcaree per erigere le murature a secco che oggi connotano la qualità paesaggistica del contesto. Storicamente questi terrazzamenti sono stati coltivati a vite e, in minor misura a oliveto; tali colture continuano tutt’oggi anche se una parte dei terrazzamenti originari è stata soppressa per lasciar spazio alle sistemazioni a ritocchino che, da un lato permettono di regimare il deflusso delle acque riducendo contemporaneamente i rischi di erosione e quelli di smottamento e dall’altro facilitano le operazioni colturali facilitando l’interventi con i mezzi meccanici.
La maggior parte del parco è tuttavia interessata da superfici boscate che si estendono su buona parte dei versanti collinari, soprattutto su quelli esposti a settentrione. Più articolati i paesaggi dei fondivalle, sebbene le secolari attività agricole abbiano in gran parte cancellato i loro caratteri originari.Si conserva ancora a tratti una morfologia ‘mossa’ con piccoli dossi e foppe, anche se in prevalenza i terreni sono stati livellati per favorire una maggiore produttività agronomica. In questi ambiti non è infrequente la presenza di siepi campestri e filari arborei che contribuiscono ad arricchire la scenografia paesaggistica.
Insediato sin dall’antichità, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di insediamenti preistorici a Carobbio degli Angeli, Gorlago e Trescore Balneario, e i reperti di epoca romana, l’area del parco conserva tutt’oggi preziosi manufatti sia rurali (essenzialmente cascine, distribuite sia sui territori planiziali che lungo i versanti meglio esposti) che produttivi (fornaci). A questi si affiancano architetture maggiormente auliche come il palazzo D’Arcais Zanchi, noto come ‘Castello degli Angeli’, la cui attestazione risale al 1039 e che dal 1475 venne riconvertito nel convento carmelitano di Santa Maria degli Angeli. Oppure il santuario di San Giovanni delle Formiche, la cui attestazione risale all’anno 830, e che venne presumibilmente edificata in luogo di un tempietto romano.