Il parco si estende in un settore del sistema collinare orientale dominato dai rilievi del Monte Bastia e del Monte Roccolo; si tratta dei primi rialzi che separano la Valle Serianadalla Valle Cavallina, a loro volta accompagnati da morfologie articolate che generano depressioni e avvallamenti come per la Valle Serradesca, caratterizzata da dolci pendii vitati e la valle di Gavarno, assai più incisa della precedente, che immette al grande solco vallivo seriano.
Nel contesto geografico bergamasco questo parco rappresentadunque un tassello importantedi quell’ambiente collinare che preannuncia il sistema delle Prealpi orobiche e che si caratterizza per una netta distinzione tra versanti esposti a solatìo, maggiormente insediati e interessati da estesi vitigni, e quelli rivolti a bacìo dove prevalgono ambienti boscati.
Il paesaggio del parco è fortemente connotato dalla presenza dell’uomo che nel corso dei secoli lo ha costantemente ‘plasmato’ in funzione delle proprie necessità; la facile accessibilità dalla pianura e dalle vicine valli prealpine nonché le favorevoli esposizioni dei versanti hanno favorito una secolare presenza antropica e un costante presidio di questo territorio, testimoniati sia dalla presenza di antichi edifici rurali, di ville, di roccoli sia dall’esistenza di tracciati viari di vecchia data che supportavano gli spostamenti lungo i versanti, sui crinali e nelle valli. Tutto ciò ha contribuito a consolidare una vera e propria rete di insediamenti tuttora facilmente identificabile nonostante l’elevata urbanizzazione degli ultimi decenni.
I dolci pendii così modellati del Monte Bastia e del Monte Roccolo accolgono già a metà Ottocento ville e case colonicheintervallate da vigneti e frutteti a testimonianza di un uso storico e benconsolidato delle tecniche agrarie. Ma anche gli ambiti a fondovalle, sin dal Quattrocento e per i secoli a venire, hanno subito trasformazioni significative che hanno continuamente trasformato gli antichi paesaggi allo scopo di recuperare al bosco terreni da coltivare o per il pascolo.
Questo paesaggio agricolo che cingeva i nuclei storici, benconservato sino al secondo dopoguerra, è stato sensibilmente modificato in settant’anni di costante urbanizzazione che ha come cinto d’assedio le aree collinari dilatandosi senza freni nei territori pianeggianti di prossimità.
Nelle valli interne al parco questa grande pressione insediativa appare distante, quasi respinta dai silenti paesaggi che qui ancora conservano una spiccata vocazione rurale. È il caso della Valle Serradesca, solcata dal Torrente Zerra o della meno estesa Valle Capla che palesano al visitatore paesaggi dal sapore antico e scorci di rara bellezza.
Tra gli elementi che caratterizzano i paesaggi collinari del parco, un ruolo significativo è svolto dai roccoli che da secoli appartengono allatradizione culturale e sociale della Bergamasca. La peculiare concentrazione di strutture per lacattura degli uccelli, che appartengono allafamiglia delle Uccellande, attribuisce unparticolare valore al contesto in esame in quanto la caccia attraverso i roccoli, diffusa nel territorio bergamascoalmeno sin dal Cinquecento, era legata ad una reale necessità di sussistenza.
Nel parco sono presenti una decina di roccoli, ubicati principalmente lungo la cresta del sistemacollinare che separa la ValleSeriana dalla Valle di Gavarno, luoghi maggiormente favorevoli al passo degli uccelli migratori. Il valore dei roccoli è anche legato alle strutture arboree che compongono l’uccellanda, vere e proprie architetture vegetali ed iconemi del paesaggio locale.